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Il ruolo delle emozioni in negoziazione

C’è una componente emotiva, un lato irrazionale dentro ognuno di noi. Oggi questa nostra parte emotiva è uno degli aspetti su cui si focalizza chi, tra economisti, filosofi e psicologi non si accontenta della descrizione dell’homo oeconomicus che per lungo tempo l’ha fatta da padrone negli scenari che tentano di spiegare i nostri comportamenti, in relazione ad utilità e profitto.

Decision making: oltre la razionalità

Da un lato i processi automatici (percettivi e affettivi), dall’altro i processi controllati (cognitivi e razionali). Entrambi influenzano le nostre azioni, e cosa più importante, entrambi si influenzano a vicenda, il nostro cervello non è fatto di compartimenti stagni. Capire come valutare con accortezza le ingerenze di una parte o dell’altra e quindi come evitarle se necessario, specialmente riguardo scelte economiche, è utile ed è una pratiche che trova spunti fondamentali nelle intuizioni di illustri premi Nobel quali Daniel Kahneman. Spunti che possono guidare ad un’analisi dei comportamenti che noi tutti compiamo credendo di utilizzare la pura razionalità, ma che spesso si rilevano tutt’altro che scevri da emozioni.

Comportamenti umani: l’azione del contesto

La capacità di prevedere un comportamento o la possibilità di indirizzarlo in canali per noi più congeniali, passa per la conoscenza di questi meccanismi. Non sempre si riesce con la logica a risolvere problemi, astratti o concreti che siano. La nostra mente è fortemente influenzata dal contesto in cui la decisione o l’azione si svolge, e c’è inoltre anche una componente mnemonica che a seconda dei risultati passati o di quelli previsti per il futuro ci porta a dare certe risposte o a compiere certe scelte che non sono frutto della pura razionalità.

Non solo sbagliamo per via di ciò che non sappiamo, ma spesso, senza rendercene conto sbagliamo proprio a causa di quello che conosciamo. Saremo infatti portati a pensare che un comportamento che finora è stato fruttuoso, lo sarà anche in futuro, senza magari considerare che il contesto, lo scenario in cui quel comportamento è stato fruttuoso, ora potrebbe essere mutato influenzando così i risultati ottenibili.

Questi trabocchetti cognitivi sono in agguato dentro ognuno di noi, indipendentemente dal lavoro che si svolge o dalla propria estrazione sociale, sbaglia il tassista newyorkese come il trader di Tokyo. Conoscere i loro schemi ricorrenti e capire come questi inficino le scelte di ognuno non è certo una cosa facile, ma può essere stimolante e, cosa ben più importante, può permetterci di ottenere risultati più focalizzati e consapevoli, e quindi una maggior soddisfazione e un maggior guadagno.

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